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Statement 7 aprile 2021

Messaggio di Sua Santità Papa Francesco al Gruppo della Banca Mondiale e al Fondo Monetario Internazionale

Sono grato del gentile invito a parlare ai partecipanti degli Spring Meetings 2021 del Gruppo della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale per il tramite di questa lettera che ho affidato al Cardinale Peter Turkson, Prefetto del Dicastero della Santa Sede per il Servizio dello sviluppo umano integrale.

Lo scorso anno, a causa della pandemia di Covid-19, il mondo ha dovuto affrontare una serie correlata di crisi socioeconomiche, ecologiche e politiche. Mi auguro che le vostre discussioni contribuiscano a mettere a punto un modello di “ripresa” capace di generare nuove soluzioni più inclusive e sostenibili per alimentare l’economia reale e aiutare le persone e le comunità a raggiungere le loro aspirazioni più profonde e il bene comune universale. Il concetto di ripresa non può limitarsi a fare ritorno ad un modello iniquo e insostenibile di vita economica e sociale, dove una minuscola minoranza della popolazione mondiale detiene la metà della ricchezza globale.

Nonostante la profonda convinzione che tutti gli uomini e le donne siano creati uguali, molti dei nostri fratelli e delle nostre sorelle nella famiglia umana, specialmente coloro che si trovano ai margini della società, sono in realtà esclusi dal mondo finanziario. Tuttavia, la pandemia ci ha ricordato, nuovamente, che nessuno si salva da solo. Se desideriamo che il mondo esca da questa situazione migliorato, più umanitario e solidale, dobbiamo immaginare nuove forme creative di partecipazione sociale, politica ed economica, sensibili alle voci dei poveri e impegnate alla loro inclusione nella creazione del nostro futuro comune (cfr. Fratelli Tutti, 169). Nella vostra qualità di esperti in finanza ed economia, siete ben consapevoli che la fiducia, prodotta dall’interconnessione tra i popoli, è la pietra angolare di tutti i rapporti, compresi quelli finanziari. Tali rapporti possono crescere solo con la messa a punto di una “cultura dell’incontro” in cui ogni voce viene ascoltata e tutti possono prosperare, trovando punti di riferimento, costruendo ponti e concependo progetti inclusivi a lungo termine (cfr. ibid., 216).

Sebbene molti paesi stiano consolidando dei piani di ripresa individuale,
permane l’urgenza di mettere a punto un piano globale in grado di creare nuove istituzioni, o di rigenerarne di esistenti, in particolare quelle preposte alla governance globale, e di contribuire a creare una nuova rete di rapporti internazionali per promuovere lo sviluppo umano integrale di tutti i popoli. Questo significa dare alle nazioni più povere e meno sviluppate un ruolo effettivo nel processo decisionale e facilitargli l’accesso al mercato internazionale. Uno spirito di solidarietà globale richiede anche come minimo una riduzione significativa dell’onere del debito delle nazioni più povere, esacerbato dalla pandemia. La riduzione del debito di tanti paesi e comunità è oggi un gesto profondamente umano che può aiutare quei popoli a svilupparsi e ad avere accesso ai vaccini, alle cure sanitarie, all’istruzione e al lavoro.

E non possiamo tralasciare un altro tipo di debito: il “debito ecologico” che esiste specialmente tra il nord e il sud globali. In effetti, siamo in debito verso la stessa natura e verso i popoli e i paesi colpiti dal degrado ambientale e dalla perdita di biodiversità indotti dall’uomo. A questo proposito, ritengo che l’industria finanziaria, che si distingue per la sua grande creatività, si mostrerà capace di mettere a punto meccanismi agili per calcolare questo debito ecologico, in modo che i paesi sviluppati possano pagarlo, non solo limitando notevolmente il consumo delle energie non rinnovabili o assistendo i paesi più poveri a emanare politiche e programmi di sviluppo sostenibile, ma anche coprendo i costi dell’innovazione richiesta per tali scopi (cfr. Laudato Si’, 51-52).

Il punto centrale di uno sviluppo equo e integrato è l’apprezzamento profondo dell’obiettivo e fine essenziale di tutta la vita economica, ossia il bene comune universale. Ne consegue che il denaro pubblico non può mai essere disgiunto dal bene pubblico, e i mercati finanziari devono essere disciplinati da leggi e regolamenti che garantiscano effettivamente il loro funzionamento a favore del bene comune. Pertanto, l’impegno alla solidarietà economica, finanziaria e sociale significa molto più che compiere sporadici atti di generosità. “È pensare e agire in termini di comunità, di priorità della vita di tutti sull’appropriazione dei beni da parte di alcuni. È anche lottare contro le cause strutturali della povertà, la disuguaglianza, la mancanza di lavoro, della terra e della casa, la negazione dei diritti sociali e lavorativi... La solidarietà, intesa nel suo senso più profondo, è un modo di fare la storia” (Fratelli Tutti, 116).

Dobbiamo riconoscere che i mercati – in particolare i mercati finanziari – non si governano da soli. I mercati devono essere disciplinati da leggi e regolamenti volti al bene comune, che garantiscano che la finanza, invece di essere solo speculativa o autofinanziante, lavori per gli obiettivi societari assolutamente necessari nell’attuale emergenza sanitaria globale.

A tale riguardo, abbiamo specialmente bisogno di solidarietà vaccini, perché non possiamo consentire che la legge di mercato abbia la precedenza sulla legge dell’amore e sulla salute di tutti. Qui, rinnovo il mio appello ai leader di governo e d’impresa e alle organizzazioni internazionali perché collaborino per assicurare che tutti ricevano il vaccino, specialmente i più vulnerabili e bisognosi (cfr. Messaggio Urbi et Orbi, Natale 2020).

È mio auspicio che in questi giorni le vostre deliberazioni e i vostri incontri producano frutti volti a discernere soluzioni sagge per un futuro più inclusivo e sostenibile. Un futuro dove la finanza opera al servizio del bene comune, il cui punto centrale sono i vulnerabili e i marginalizzati, e dove la Terra, nostra casa comune, viene curata.

Nell’offrirvi le mie preghiere per il successo degli incontri, invoco su tutti i partecipanti i doni divini della saggezza e della comprensione, del buon consiglio, della forza e della pace.


Citta' del Vaticano, 4 aprile 2021

S.A., 4 aprile 2021


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